Esiti dell’esercizio fisico nelle donne anziane con osteopenia
Mancano studi randomizzati a lungo termine in grado di evidenziare i benefici dell'esercizio fisico nel prevenire disabilità e fratture dovute a cadute nelle persone anziane.
E' stato eseguito un follow-up prolungato di 160 donne con osteopenia ( età 70-73 anni al basale ) in uno studio basato sulla popolazione, randomizzato, con esercizio fisico controllato.
Lo studio è stato condotto nel 2001, con un periodo di follow-up da 2001 a 2005.
Il tempo medio totale di osservazione è stato di 7.1 anni.
Le valutazioni degli esiti primari comprendevano la densità minerale del collo del femore, le oscillazioni posturali e la forza delle gambe.
Le misure degli esiti secondari erano fratture trattate in ospedale e valutazione delle capacità funzionali.
C'è stata una differenza significativa tra i gruppi con risultati a favore dell'esercizio fisico in termini di oscillazioni posturali ( interazione gruppo x tempo, P=0.005 ), camminata veloce ( interazione gruppo x tempo, P inferiore a 0.001 ) e punteggio secondo l'indice di attività di Frenchay ( interazione gruppo x tempo, P=0.001 ).
La densità minerale ossea era diminuita in modo simile in entrambi i gruppi.
Il tasso di incidenza di fratture durante il totale del follow-up tra le donne nel gruppo esercizio versus le donne nel gruppo di controllo è stato di 0.05 vs 0.08 per 1000 anni-persona ( rapporto di incidenza percentuale di Poisson, 0.68 ).
Non ci sono state fratture dell'anca nel gruppo che svolgeva esercizio fisico, mentre 5 fratture dell'anca si sono verificate nel gruppo di controllo.
Una donna nel gruppo esercizio fisico e 8 donne nel gruppo di controllo sono decedute ( rapporto di incidenza percentuale di Poisson, 0.11 ).
In conclusione, l'esercizio fisico eseguito volontariamente a casa sembra avere un effetto a lungo termine sull'equilibrio e sulla deambulazione e può anche proteggere le donne anziane ad alto rischio dalle fratture dell'anca. ( Xagena2010 )
Korpelainen R et al, Arch Intern Med 2010; 170: 1548-1556
Endo2010